Attacco ai database: 10 bilioni di credenziali esposte
Attacco ai database: secondo NordPass oltre Oltre dieci bilioni di credenziali utente sono state lasciate esposte online grazie a database non protetti. La scoperta è stata fatta grazie anche alla collaborazione di un white hacker che ha scoperto per l’esattezza in numeri: 9.517 database non garantiti contenenti 10.463.315.645 voci, che includono come e-mail, password e numeri di telefono di 20 paesi diversi.
I database più a rischio sono stati registrati in Cina (4000), Stati Uniti (3000) e India (520), con il risultato di 2,6 miliardi potenziali utenti che potrebbero essere inclusi nei database.
Attacco ai database (non protetti)
Ai database non protetti – per chi sa come farlo anche se non autorizzato- si può accedere facilmente ed è necessario operare per garantire sicurezza. Un database non protetto significa che un hacker non avrebbe nemmeno bisogno di violarlo per accedere a moltissimi dati oltre alle password degli account.
E con i dati alla mano, che rappresentano un prezioso bottino, i criminali informatici, possono esegurie attacchi di phishing o social engineering. Il 95% delle volte le violazioni avvengo tramite i database che se esposti rappresentano una vera minaccia per gli utenti e una buona protezione è reppresentata in larga percentuale dall’utilizzo della crittografia dei dati.
Purtroppo la scoperta di NordPass non è stata l’unica: all’inzio dell’anno è toccato a Verdict a scoprire un server non protetto con i dati personali di 17.379 professionisti del settore nautico.
Allo stesso modo sono stati colpiti milioni di dati di utenti di UFO Vpn – che ha base a Hong Kong – inclusi i loro dati IP e cronologia di navigazione, che sono rimasti esposti dopo un attacco informatico, insieme a dati anagrafici, password, indirizzi email. La vulnerabilità riscontrata è legata ai database ElasticSearch utilizzati dal provider e che risultavano privi di protezione.
Attacco “Meow” ai database:
Gli attacchi “Meow” – così chiamato perhè i dati sono sovrascrtti con la parola Meow o cancellati senza prevedere un riscatto – hanno spazzato via quasi 4mila database: aggressori e lotivazioni rimangono ancora sconosciuti ma anche questi inciddenti hanno fatto puntare l’attenzione su negligenza nel campo della sicurezza informatica. I contentui dei databse sono stati completamente cancellati e questo fa pensare all’enorme danno che ne può derivare.
Anche in questo caso i bersagli hanno le stesse caratteristiche che abbiamo accennato sopra: 987 databse ElasticSearch e 70 vittime MongoDB, sprovvisti di sistema di autenticazione per l’accesso.
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